La stretta di mano se la diedero tanti anni fa, dopo uno show nel quale
uno era andato a vedere l'altro. Poi ci fu una cena improvvisata e, come
dessert, un'amicizia che sarebbe rimasta. Quella stretta di mano non si
è più allentata, anzi continua sul palco, col titolo di «Chiedo scusa
al signor G», al Manzoni il 12 marzo.
Enzo Iacchetti racconta Giorgio Gaber in un modo tutto suo: «Giorgio non
lo si può imitare - spiega - quindi ho pensato a un mix tra le sue cose
e le mie. Rileggo Gaber, cantando sue canzoni alternandole con miei
monologhi. È uno show che metto in scena da tempo insieme alla Witz
Orchestra. Quel che resta immutato è il genio di Giorgio, la sua
capacità profetica di vedere dove saremmo finiti». Un luogo e un tempo
che Iacchetti non esita a definire «un medioevo etico».
Oltre ai brani gaberiani, lo spettacolo - impreziosito da una
scenografia con sculture luminose di Marco Lodola che rievocano il mondo
del Signor G - prevede anche canzoni di Enzo Jannacci, persino di Beach
Boys e Raffaella Carrà, all'insegna dell'umorismo intelligente.
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